L’eredità più grande e preziosa che possiamo lasciare è costituita dall’amore e dall’esperienza costruita giorno dopo giorno nell’impegno di incarnare l’amore. Non si tratta di poesia, ma di un possesso solido che rende grande l’uomo, che lo qualifica come realmente “maggiorenne”. Nonno Giancarlo e Giacomo sono stretti da un amore più forte di quello che scaturisce dal sangue perchè hanno da condividere una ricchezza sempre nuova, il Pane di casa che nutre nella quotidianità, di un profumo che tutti avvolge nel suo calore.
Caro Giacomo,
tu senz’altro non ti ricorderai di me, ma ti ho visto poche volte e di straforo a Bezzecca,nelle estati precedenti, quando giocavi nel campetto nei pressi delle scuole medie sotto lo sguardo amorevole e vigile dei nonni Rita e Giancarlo.
Poi, per la condizione della nostra vita,in particolare la malattia di nonna Rita, non ci siamo più visti lassù, anche se il vostro ricordo è vivo nel mio cuore.
Il nonno Giancarlo mi ha fatto sapere che hai compiuto 18 anni e quindi sei entrato nella maggiore età, cioè sei maggiorenne. Ti si apre davanti un mondo di speranze, di opportunità, di gioia.
Qualcuno diceva che la gioia è come una donna capricciosa, che se uno le corre dietro scappa via; quindi bisogna avere un poco di indifferenza, cioè di non correrle dietro troppo. Qualcun altro invece sostiene che vale la pena avere delle cose in cui credere e per le quali spendere il proprio tempo e le proprie energie.
Allora spenditi per le cose buone e valide che nel tuo cuore ritieni significative, poi ti volterai e ti accorgerai che sei stato anche contento. Se hai fatto fatica, come in tutte le cose serie, ti accorgerai che è gioiosa e che alla fine ti sentirai contento di quello che hai fatto.
Sono convintissimo che la gioia è un elemento fondamentale della vita cristiana, ma non si tratta di prendere e afferrare la gioia e di tenerla stretta con la paura che scappi via, perché altrimenti scappa davvero senza che riusciamo a tenere niente in mano. Si tratta invece di dare alla nostra vita un orientamento che sia consapevole, verso qualche cosa di buono, di utile, di prezioso, di giusto, di valido e di essere in questo coerenti e costanti, con pazienza. Questo non significa che non dobbiamo mettere in conto che nel camminare si farà qualche scivolata, ma vuol dire il mantenere l’orientamento della nostra vita con perseveranza, e alla fine verrà anche la gioia e l’entusiasmo.
Questo cammino si fa da soli, certamente, ma anche insieme con gli altri; è un cammino che dobbiamo percorrere con la nostra responsabilità ma anche con quel legame di fraternità che ci unisce. E anche questo dovrebbe essere una sorgente di gioia e di fiducia.
Gesù spera nei giovani, ma in ciascuno di voi, in te con il tuo nome e cognome; c’è una speranza di Gesù.
La vita dell’uomo è sempre un cammino di realizzazione della vita stessa. L’uomo nasce bambino ma deve diventare uomo: ha le capacità, l’intelligenza e il cuore, deve diventare grande, può diventare grande. E Gesù spera in ciascuno di noi perché diventiamo grandi: ma grandi nella capacità di amare, grandi nella capacità di incontrare il mondo e la vita con rispetto e con amore, tanto da riuscire ad amare tutti e tutto.
Gesù spera che i nonni, la mamma, il papà, io e te impariamo ad essere innamorati dell’uomo e della creazione, capaci di rispettare ogni persona e di prenderci cura gli uni degli altri; capaci di ammirare la bellezza della Creazione, di rispettarla e di farla diventare luogo di amicizia con il Creatore e con tutte le creature.
Se riuscissimo ad arrivare lì la nostra vita sarebbe bella: la vita di uno che impara ad amare tutti e tutto.
Non ci illudiamo di diventare delle persone perfette, però speriamo in Gesù per potere compiere insieme con Lui il cammino di maturazione dell’amore, della responsabilità nei confronti degli altri.
Ecco, che il Signore ci custodisca in questa fiducia per noi e per gli altri.
Questi sono gli auspici,gli auguri, che faccio di cuore per il tuo futuro.
Che meraviglia Giacomo! tuo nipote è un ragazzo davvero fortunato ad avere una guida come te, anche lui a sua volta diventerà un uomo meraviglioso !
L’eredità più grande e preziosa che possiamo lasciare è costituita dall’amore e dall’esperienza costruita giorno dopo giorno nell’impegno di incarnare l’amore. Non si tratta di poesia, ma di un possesso solido che rende grande l’uomo, che lo qualifica come realmente “maggiorenne”. Nonno Giancarlo e Giacomo sono stretti da un amore più forte di quello che scaturisce dal sangue perchè hanno da condividere una ricchezza sempre nuova, il Pane di casa che nutre nella quotidianità, di un profumo che tutti avvolge nel suo calore.
Caro Giacomo,
tu senz’altro non ti ricorderai di me, ma ti ho visto poche volte e di straforo a Bezzecca,nelle estati precedenti, quando giocavi nel campetto nei pressi delle scuole medie sotto lo sguardo amorevole e vigile dei nonni Rita e Giancarlo.
Poi, per la condizione della nostra vita,in particolare la malattia di nonna Rita, non ci siamo più visti lassù, anche se il vostro ricordo è vivo nel mio cuore.
Il nonno Giancarlo mi ha fatto sapere che hai compiuto 18 anni e quindi sei entrato nella maggiore età, cioè sei maggiorenne. Ti si apre davanti un mondo di speranze, di opportunità, di gioia.
Qualcuno diceva che la gioia è come una donna capricciosa, che se uno le corre dietro scappa via; quindi bisogna avere un poco di indifferenza, cioè di non correrle dietro troppo. Qualcun altro invece sostiene che vale la pena avere delle cose in cui credere e per le quali spendere il proprio tempo e le proprie energie.
Allora spenditi per le cose buone e valide che nel tuo cuore ritieni significative, poi ti volterai e ti accorgerai che sei stato anche contento. Se hai fatto fatica, come in tutte le cose serie, ti accorgerai che è gioiosa e che alla fine ti sentirai contento di quello che hai fatto.
Sono convintissimo che la gioia è un elemento fondamentale della vita cristiana, ma non si tratta di prendere e afferrare la gioia e di tenerla stretta con la paura che scappi via, perché altrimenti scappa davvero senza che riusciamo a tenere niente in mano. Si tratta invece di dare alla nostra vita un orientamento che sia consapevole, verso qualche cosa di buono, di utile, di prezioso, di giusto, di valido e di essere in questo coerenti e costanti, con pazienza. Questo non significa che non dobbiamo mettere in conto che nel camminare si farà qualche scivolata, ma vuol dire il mantenere l’orientamento della nostra vita con perseveranza, e alla fine verrà anche la gioia e l’entusiasmo.
Questo cammino si fa da soli, certamente, ma anche insieme con gli altri; è un cammino che dobbiamo percorrere con la nostra responsabilità ma anche con quel legame di fraternità che ci unisce. E anche questo dovrebbe essere una sorgente di gioia e di fiducia.
Gesù spera nei giovani, ma in ciascuno di voi, in te con il tuo nome e cognome; c’è una speranza di Gesù.
La vita dell’uomo è sempre un cammino di realizzazione della vita stessa. L’uomo nasce bambino ma deve diventare uomo: ha le capacità, l’intelligenza e il cuore, deve diventare grande, può diventare grande. E Gesù spera in ciascuno di noi perché diventiamo grandi: ma grandi nella capacità di amare, grandi nella capacità di incontrare il mondo e la vita con rispetto e con amore, tanto da riuscire ad amare tutti e tutto.
Gesù spera che i nonni, la mamma, il papà, io e te impariamo ad essere innamorati dell’uomo e della creazione, capaci di rispettare ogni persona e di prenderci cura gli uni degli altri; capaci di ammirare la bellezza della Creazione, di rispettarla e di farla diventare luogo di amicizia con il Creatore e con tutte le creature.
Se riuscissimo ad arrivare lì la nostra vita sarebbe bella: la vita di uno che impara ad amare tutti e tutto.
Non ci illudiamo di diventare delle persone perfette, però speriamo in Gesù per potere compiere insieme con Lui il cammino di maturazione dell’amore, della responsabilità nei confronti degli altri.
Ecco, che il Signore ci custodisca in questa fiducia per noi e per gli altri.
Questi sono gli auspici,gli auguri, che faccio di cuore per il tuo futuro.
Don Vincenzo