A Rita
Caro Gesù, anche quest’anno noi credenti, come accade da tempo immemorabile, il 25 dicembre festeggiamo la Tua nascita.
La tradizione cristiana vuole che questo evento, prettamente religioso, sia perpetuato prevalentemente nell’intimità della propria cerchia famigliare, magari attorno al Presepe.
La tradizione vuole altresì, che in questa occasione, i bambini ti scrivano letterine nelle quali esprimono, oltre l’affetto e la gioia per Tua nascita, anche le loro piccole ed innocenti aspettative.
E’ forse inusuale che un vecchio nonno, quest’anno ti faccia pervenire anche la sua, ma più avanti, ne comprenderai il motivo.
Caro Gesù, per la prima volta nella mia vita quello che avrebbe dovuto essere un giorno di gioia, sarà per me un giorno di tristezza e malinconia.
Fino a poco tempo fa non pensavo, o forse rimuovevo dalla mia mente (perché non ne ero ancora coinvolto) , che la malattia della persona con cui ho condiviso un percorso di comunione e di amore per oltre mezzo secolo, potesse sconvolgere la mia esistenza!
A causa di ciò, caro Gesù, ho vissuto momenti di ribellione, rabbia e disperazione nel sentirmi impotente, nel vano tentativo di voler lenire le sofferenze di Rita.
Ti chiedo perdono per questi attimi di sfiducia nei Tuoi confronti; so benissimo che, anche quando non me ne sono accorto, non mi hai fatto mancare il Tuo amorevole conforto e continuerai sempre a farlo, perché è per questo che ti sei incarnato.
Fiat voluntas tua!